Sin da quando si è liberato dalla prigionia del Manipolatore, Bruce Banner è stato in lotta costante con la sua personalità di giada/grigia/rossa. In molti hanno cercato di prendere il controllo, a volte è stato il Professore, a volte è stato Joe Fixit, a volte addirittura il più che enigmatico Banner-Hulk. Tuttavia, nel bene e nel male, è comunque alla fine sempre Banner lo scienziato a svettare sugli altri. C’è da considerare però che ora strane forze, forze che sfuggono alla comprensione di uno scienziato, stanno tramando alle sue spalle. Forze di morte, che potrebbero distruggere in un sol colpo quanto conquistato con fatica in questi ultimi mesi.
IL
GIOCO DEL TRONO - PARTE 1
di FABIO VOLINO
Editor: CARLO MONNI
Assistant Editor: GIUSEPPE FELICI
Lancaster, Contea di Los Angeles. Sede distaccata del F.B.S.A.
Alla fine, nonostante il suo primo giorno di lavoro abbia rischiato di
essere anche l’ultimo, Bruce Banner ha accettato l’incarico di consulente
scientifico part-time per l’agenzia governativa, alla condizione che potesse
essere svolto nella città nella quale attualmente risiede. Una città nella
quale opera anche un altro operativo dell’agenzia, USAgent, il quale è anche
compagno di squadra di sua cugina… ma Bruce al momento ha altro a cui pensare.
L’agenzia ha accettato senza alcuna riserva le sue richieste, troppo presa
dall’opera di ricostruzione della sede principale fatta crollare da un nemico
sconosciuto, da identificarsi nel misterioso Consorzio Ombra… o forse no, a
volte i giochi di specchi sono così ingannevoli.
Come suoi assistenti, Bruce ha ritrovato le persone che avevano condiviso con
lui la prigionia delle macerie qualche giorno prima. Hanno accettato il
trasferimento con gioia, un po’ per allontanarsi dalla vita frenetica e
pericolosa di Washington, un po’ perché lì non avevano alcun legame permanente.
Jason Felix. Bruce ha mantenuto la parola data e, grazie ai suoi contatti nei
Vendicatori, ha ritrovato sua sorella, che ironia della sorte abitava a San
Francisco, poco distante da qui. Il suo ruolo è quello di coordinatore di
questa sede e, in quanto tale, deve continuamente fare rapporto di ogni
attività al direttore della sede di Los Angeles, Lou Esposito. Nonchè agente di
collegamento con la sezione scientifica della sede principale, infine più
prosaicamente (anche) l’uomo che deve far quadrare i conti alla fine del mese –
non guardateci in quel modo, la crisi colpisce anche le agenzie governative
distaccate e bisogna arrangiarsi come si può.
Louis Greene. Anche qui Bruce ha tenuto fede a una promessa che era stata
fatta, o più che altro un impegno che aveva fatto sì che Louis si assumesse,
ritrovare il suo compagno Vincent. Sono tornati insieme, cosa che ha favorito
il trasferimento di Louis a Los Angeles. Lui è il collaboratore di Bruce Banner
per gli esperimenti scientifici tenuti dall’uomo: il campo di esperienza di
entrambi sono i raggi gamma e stanno lavorando a un modo per far sì che la loro
potenza devastante possa anche essere utile oltre che distruttiva, sarà un
lavoro molto lungo.
Frank Carmichael. Un privilegiato, se così lo vogliamo definire, il primo dopo
Rick Jones che abbia visto Hulk in carne e ossa, quando lavorava alla base
Gamma in New Mexico. Uscito da un periodo di depressione, è una delle guardie
di sicurezza dell’edificio.
Pur essendo questo un lavoro importante, Bruce Banner, da eterno insoddisfatto,
non è pienamente felice e vorrebbe di più. Un team di due persone, per di più
controllate da un ente governativo, non può fare molto. Caro Bruce, sai che a
volte il destino agisce in maniera imprevedibile? Sì, che lo sai. La donna che
sta facendo ora il suo ingresso te lo proverà ancora una volta.
Regno di Hela.
“Il momento propizio è giunto” dice la signora dell’aldilà, fasciata in un
abito completamente nero “Un momento che attendevo sin da quando Mefisto rubò
le anime degli dei norreni”. In realtà non fu proprio così, ma di certo qui non
c’è nessuno che ha desiderio di correggerla.
Hela volta il capo, per incontrare lo sguardo di Malekith, re decaduto o forse
no degli Elfi Neri. In questi ultimi tempi Malekith è stato prigioniero di una
strana materia dorata simile ad ambra. Quando Hela lo ha liberato, si è
scoperto che, di qualunque sostanza fosse composta la sua prigione, questa
aveva alterato anche il suo aspetto fisico. Ora il volto di Malekith è sempre
bicolore: la parte sinistra è più oscura di prima, quella destra è di color
carne; il resto del suo corpo è fasciato in nero con bracciali e gambali
d’argento, mentre sul petto vi è una armatura anch’essa di colore argento con
una stella a nove punte di colore nero.
“Non sembri più il grande conversatore di un tempo” lo apostrofa Hela.
“Non c’è molto da dire” ribatte Malekith “Ho perduto il mio regno a causa
dell’ennesimo attacco sconsiderato ad Asgard insieme ad alleati inaffidabili,
solo che io non ero presente, un dio dello spazio aveva preso il mio posto, ma
questo nessuno lo aveva capito. Proprio nessuno”.
“E poi quel dio spaziale mi ha attaccato. Ma io avevo capito chi fosse, ancora
pochi giorni e l’avrei liberato”. Non si sa quanto le promesse di Hela siano
attendibili, degna figlia di cotanto padre.
“E io ho provato a riconquistare il mio regno, ma qualcuno mi ha imprigionato
fino a quando tu non mi hai liberato di nuovo. E Freya, nel frattempo,
consolida il suo potere. Ho dalla mia solo un terzo degli Elfi Neri: se
attaccassi ora il regno per riprendere il mio trono, perderei sicuramente. Mi
dimostrerei debole. E di fronte alle insidie del trono non devi dimostrarti
debole”.
“Gli Elfi Neri al tuo servizio aiuteranno la nostra causa, molto presto.
Guarda, guarda quegli sciocchi asgardiani: pensavano di aver ottenuto la loro
più grande vittoria sottraendo a Mefisto le anime degli dei perduti, in realtà
hanno solo gettato il regno nel caos, con un re che non è mai presente, che non
adempie ai suoi doveri. Le questioni di governo, però, non ci riguardano.
Quello che conta è che, nonostante lo abbia mascherato bene, il potere di
Mefisto da quel giorno si è indebolito, mentre io ho consolidato e aumentato il
mio. Ora è tempo di lanciare l’assalto finale… e sento che la mia pedina sta
per fare il suo ingresso”.
Lancaster, Contea di Los Angeles.
“Bruce Banner?”.
Lo scienziato si volta. Frank è molto sensibile al fascino femminile, se ha
lasciato entrare questa donna, con tutto il rispetto, significa che le notizie
che deve portare sono importanti.
“Rappresento l’ufficio brevetti”.
Bruce rimane un attimo interdetto. “L’ufficio brevetti?”.
“Sa che è stato molto difficile trovarla?”.
“Sì, in questi ultimi anni sono stato… un po’ impegnato”. Improvvisamente un
cassetto della memoria si apre nella mente dell’uomo. “Ora ricordo, avevo
brevettato due mie invenzioni… ma è stato tanto tempo fa, prima che… prima che
iniziassi a lavorare per l’esercito”.
“Questo è vero, ma la durata di quei due brevetti a suo favore era ventennale”.
“Quindi qualcuno li ha acquistati?”.
“Scusa, Bruce” interviene Louis Greene “Sono curioso: cosa avevi brevettato?”.
Lo scienziato pare esitare, come se la rivelazione comportasse la decadenza del
suo più grande segreto. Infine dice:” Erano… prodotti cosmetici, per la cura
del viso”.
Louis sorride. “Ehi, lo dici come se fosse qualcosa di cui vergognarsi!
Piuttosto non immaginavo che tu fossi esperto di cosmetica”.
“La studiavo nel tempo libero, un hobby come un altro. E poi quelle mie due
soluzioni erano… particolari, non penso interessassero a nessuno”.
“Invece si sbaglia, quelle due soluzioni erano in anticipo sui tempi” continua
la donna dell’ufficio brevetti “E otto anni fa, la Revlon le ha acquistate e
immesse sul mercato”.
“Perché tu vali, Bruce” continua il sorridente Louis.
“Per tua informazione… erano per pelli maschili…” Bruce sa che non ne uscirà
vincitore da questo confronto. Poi infine la sua mente elabora l’ultima
informazione. Otto anni, questo significa che… “Quanto mi spetta?”. Potrebbe
sembrare una domanda dettata da una motivazione venale, beh in fondo lo è
anche. Ma è qualcos’altro, qualcosa che Bruce Banner sogna da una vita, un
sogno che una creatura mostruosa gli ha impedito di realizzare.
“Dovrà venire presso il nostro ufficio a Los Angeles, poiché questa è una
informazione riservata” dice la donna “Il mio compito per oggi era solo
informarla. Le lascio il mio biglietto da visita, aspetto una sua chiamata”.
Mentre la donna esce, Bruce scopre che il suo nome è Betty, un nome che rievoca
tanti ricordi nella sua mente, alcuni non del tutto piacevoli a onor del vero.
In ogni caso qualsiasi suo viaggio nella memoria viene interrotto quando Frank
fa entrare due nuovi ospiti, gli unici a cui Bruce ha concesso accesso
illimitato ogni volta che lo vorranno.
“Rick! Marlo! Volete sapere la novità?”. Loro rimangono in silenziosa,
spasmodica attesa. “Potrei appena essere diventato più ricco di Tony Stark”.
Regno di Hela.
“Vedi, Malekith? La mia pedina è nel momento di sua massima felicità ed è
anche, non per assurdo, il momento migliore per colpire. Perché quando ti trovi
in cima… la caduta si rivelerà molto dolorosa”.
Il sedicente re degli Elfi Neri rimane in silenzio e comincia a radunare il suo
esercito.<
Los Angeles.
Bruce Banner, come molti suoi colleghi supereroi, ha vissuto una esistenza
tormentata. Eppure qualche periodo di felicità, anche duraturo, c’è stato. Come
quando al liceo incontrò una nerd come lui, Monica Rappaccini, prima che lei scomparisse
nel nulla e lo gettasse nella disperazione. Disperazione che si tramutò in
rabbia, che generò nella sua mente un mostro con cui parlare, con cui
confrontarsi, con cui mettere a nudo le sue paure e le sue frustrazioni. Non
aveva alcun nome questo mostro, per Bruce era semplicemente la Creatura. E
qualcun altro pagò un giorno il prezzo di tutta quella rabbia repressa.
Un altro periodo felice fu poco dopo che venne reclutato dal Generale Ross per
il progetto gamma. Ancora una donna, anch’essa perduta per sempre. Betty. Ma la
causa della prossima ricchezza di Bruce è da ricercare proprio in Monica: lei
era ossessionata dalla cosmetica, non solo nelle sue applicazioni pratiche, e
contagiò Bruce col suo entusiasmo. Forse per esorcizzare la sua scomparsa,
forse per placare quella terribile Creatura, l’uomo ideò infine due prodotti.
Così, per scherzo, un sontuoso scherzo. Chissà che direbbe Bruce se sapesse che
Monica oggi è una super scienziata criminale … anzi… la Scienziata Suprema
dell’A.I.D. (Avanzate Idee di Distruzione) un’organizzazione staccatasi
dall’A.I.M e specializzata in sempre più sofisticati metodi di distruzione di
massa. Anzi, chissà che lui già non lo sappia.
Oh, sì, ci sarebbe molto da dire, molto da raccontare a Rick e Marlo. Ma si sa,
i termini supereroi e settimana lavorativa tranquilla sono agli antipodi. Solo
così si può spiegare quel portale oscuro che compare come dal nulla al centro
della stanza. Ed un piccolo esercito di Elfi Neri che irrompe seminando il
caos.
“State indietro!” grida Bruce Banner ai suoi amici, mentre il suo corpo subisce
la proverbiale trasformazione. Nuovamente il Professore, in apparenza la
personalità di Hulk più assennata che ci sia, la più vicina a quella dello
scienziato. In apparenza.
Si sa, a volte gli eroi tendono ad essere un po’ egocentrici. Bruce è sicuro
che questi strani esseri, che pur non riconosce, siano venuti qui per lui.
Dopotutto, diamine, ultimamente sembrano tutti interessati al suo potere:
Psycho-Man, Darklady… E quindi con coraggio affronta i suoi avversari. Ora, non
diciamo che rimane deluso quando scopre di non essere lui l’obiettivo, ma un
po’ sorpreso sì. Infatti alcuni Elfi Neri lo oltrepassano per lanciarsi contro
Rick e Marlo.
Un rumore assordante interrompe bruscamente il loro assalto, mentre gli Elfi
Neri crollano, fermati dalla pistola di Frank Carmichael. Louis Greene fa quel
che può prendendo un estintore e tenendo a distanza le creature, mentre Jason
Felix rimane chiuso nel suo ufficio, bloccato da una umana e comprensibile paura.
“Lasciate stare i miei amici!” grida Hulk. Il suo urlo non terrorizza coloro
che hanno visto la morte in faccia.
Gli Elfi Neri si lanciano stavolta contro Frank e rapidamente lo disarmano.
Hulk reagisce prontamente e, gettandosi al salvataggio del suo amico, allontana
da lui gli sgherri di Malekith. Una perfetta tattica diversiva, poiché un Elfo
Nero ha solo finto di essere colpito dalla guardia di sicurezza e così ha
facile gioco nel mettere ko e catturare sia Rick che Marlo, i quali erano stati
colti impreparati.
Pochi secondi di caos. Hulk vede i suoi due amici trascinati aldilà del portale
da cui gli Elfi Neri sono usciti e a cui ora fanno ritorno con una velocità
impensabile. Non c’è tempo per pensare, bisogna reagire! Compie un incredibile
balzo e riesce a oltrepassare il portale un istante prima che questo scompaia.
Nell’edificio rimangono solo Frank, Louis e Jason, che rimangono paralizzati
dal terrore per alcuni minuti. Poi iniziano a pensare a come giustificare ai
loro superiori i due cadaveri di Elfi Neri rimasti lì, a memoria della
battaglia avvenuta.
Regno di Hela.
Il balzo di Hulk finisce in maniera ingloriosa e lui inciampa, strisciando
per terra. Un attimo di dolore, poi i suoi occhi guardano in alto e vedono
centinaia di anime che urlano. Il loro grido collettivo è assordante. Un grido
che la mente del Professore non può accettare, serve qualcuno più cinico.
Arriva Joe Fixit.
Hulk si rialza. Ecco Marlo e Rick, sono stati imprigionati in due bolle
rivestite di una sostanza dorata, ma sono coscienti. Poi ci sono gli Elfi Neri.
Infine, dietro di loro, un essere che Hulk non riconosce e una donna che,
seppur l’abbia incontrata solo un paio di volte in precedenza, identifica
subito come Hela. Eppure in quel volto Bruce vede anche un’altra donna, quella
Leah che era rimasta sepolta con lui sotto l’edificio di Washington. Maschere
su maschere.
“La tua presenza non era prevista” dice Hela “Ma dopotutto voi superesseri
amate interferire in questioni che non vi riguardano”.
“Se permetti, bella, la salvezza dei due miei amici mi riguarda e come!”.
“Dimostra un po’ di rispetto, mostro” ribatte Malekith.
Hulk reagisce alla provocazione e si lancia all’attacco, ma gli Elfi Neri
bloccano la sua impetuosità.
“Lasciatelo passare, lasciatelo passare” dice infine Hela “Voglio rivelargli la
verità. Mostrargli un aspetto di questi suoi… amici, che non conosce”.
Le parole della dea sono come lame nel cervello e gli Elfi Neri si fanno da
parte. Hulk avanza con fare sospettoso.
Hela non incontra il suo sguardo e rivolge la sua attenzione a Marlo. “Ecco,
prendiamo lei ad esempio. La mia anima affine, anzi, molto di più”.
“Cosa intendi dire?” chiede Rick.
“Lei… è morta, vero? Sì che è morta”.
“Lo è stata, ma è stata riportata in vita”. Stranamente, Marlo rimane in silenzio,
come curiosa di scoprire quale sarà il suo destino.
“Umano, ma le hai sentite le tue parole? Riportata in vita… lei era un essere
umano fragile e mortale, non aveva alcuna forza nascosta dentro di lei, non
aveva fatto alcun patto col diavolo. Semplicemente era un essere umano e gli
umani muoiono. Lei è morta”.
“E allora come mai sembra non essersene accorta?” ironizza Fixit.
“Pensavo lo aveste già capito. Lei è mia figlia”.
Aeroporto di Los Angeles.
Qui migliaia di persone arrivano e partono ogni giorno. Persone che compiono
i lavori più disparati, persone provenienti da ogni nazione. La persona scesa
dal volo per Mosca, tuttavia, ha qualcosa che rende sospettosa una guardia
doganale, che esamina i suoi bagagli, senza trovare nulla.
“Perché si trova qui a Los Angeles?” chiede la guardia.
“Ho un regolare permesso di soggiorno” ribatte l’uomo “E un regolare lavoro
presso una ditta di questa città, ho qui tutti i riferimenti”.
La guardia decide che stavolta non ha colto nel segno, questa è di sicuro una
persona innocente. “Una semplice formalità, signor… Drekov? Quindi è qui per
lavoro?”.
“Mi chiamo Igor Drenkov e sono qui anche per chiudere per sempre una vecchia
faccenda”.
Regno di Hela.
“Tutto questo è una follia, bella e buona!” grida Rick Jones “Marlo è viva,
Samuel Sterns l’ha…”.
“Quel Samuel Sterns di cui parli è un uomo orgoglioso, pieno di capacità, ma
riportare in vita i morti non è tra queste” lo zittisce Hela “Ma lascia che
termini quello che ho da dire e non osare più interrompermi. A volte cerco
donne decedute per morte violenta, per accoglierle nel mio regno o renderle
miei agenti dormienti, da usare nel momento più opportuno. Oh, ce ne sono altre
in giro per il mondo… ma quella che voi chiamate Marlo è la prima a tornare da
me, è la prima che può realizzare i miei obiettivi”.
“Ora ricordo che tu sei figlia di Loki” la interrompe Hulk “Le tue sono solo
parole menzognere, come quelle che userebbe tuo padre”.
“Io non sono mio padre. Tienilo bene a mente questo, mostro. Rassegnatevi, la
vostra amica è morta molto tempo fa. Io ho infuso in lei la mia essenza e ho
permesso che camminasse ancora tra voi, ma a tutti gli effetti è morta. Nessuna
anima, nessun vero sentimento, solo finzione dettata dalle memorie della donna
che era un tempo. Sì, è come se fosse figlia mia, è la mia progenie”.
“Sì, è così”.
L’ammissione di Marlo gela il sangue di Rick Jones e sconvolge Hulk.
“Fin da quando sono… tornata, sentivo che c’era qualcosa che non andava in me.
Mi sentivo… vuota dentro. Ho anche chiesto l’aiuto di alcuni specialisti,
tenendovelo nascosto. Però non volevo rovinare la felicità che c’era tra te e
me, Rick e così… ho finto. Ogni mia singola manifestazione di gioia, ogni
sentimento… tutto quanto… era finto, era una parte che recitavo”.
Rick Jones si lancia contro la bolla dorata, ma chiaramente viene rispedito
all’indietro. “Mi rifiuto. Mi rifiuto di crederlo! Mi rifiuto di credere che
quello che c’è stato tra noi fosse solo una sceneggiata”.
“Voi umani siete davvero perseveranti, sciocchi e noiosi nel vostro agire” è il
commento di Hela.
“E poi che le donne umane siano capaci di fingere, è cosa nota in tutti i Nove
Mondi” aggiunge Malekith.
Hulk non intende fargliela passare liscia per quanto ha appena detto. Carica
verso di lui, ma compie un solo passo che qualcosa di pesante lo colpisce sul
volto, sul lato destro, facendolo rotolare più volte sulla sinistra, mentre le
anime urlanti cessano il loro vociare, estasiate dalla presenza del nuovo
arrivato.
Hulk ha già assaggiato quella potenza e in cuor suo spera di sbagliarsi. Ma
come si rialza, scopre che invece la sua intuizione era quella giusta.
Purtroppo. Questa vicenda ha appena preso una piega imprevista e complicata.
“Anche se già lo conosci, mostro, voglio presentarti l’ultimo schiavo della
nostra causa” dice Hela “Pazientemente ha aspettato il suo momento, ora può
scatenarsi. Thor, uccidi la creatura!”.
CONTINUA SU THOR 26
Note: Il titolo della saga si ispira a un ciclo di romanzi...
abbastanza noto, su cui non mi dilungherò. E seguendo l'esempio del suo autore,
ho ammazzato un personaggio centrale delle vicende di questa serie... anzi, più
che altro ho confermato una morte avvenuta, fumettisticamente parlando, circa
vent'anni fa.
La saga vuole essere anche una degna conclusione (o per dirla alla maniera figa
season finale) delle trame che hanno connotato questa serie... fin dal numero
1, quindi anche le storie non scritte da me. E poi? E poi non si sa, devo
ancora parlare coi miei "editor".
Quello che è certo invece è che questa saga sarà a incrocio con un paio di
altre serie, la prima delle quali è Thor. "Ma come? Ma Thor non era
disperso nel flusso temporale? Eh che cavolo, ma sei peggio di Bendis con
Starlord!". No, tranquilli, io scrivo peggio, ma la spiegazione ve la darò
subito. Poi tornate qui il prossimo mese per un inedito scontro... ehm,
originale scontro... insomma Hulk contro Thor, ok?
Excelsior!
FINE